The work proposes a re-reading of the will, in order to overcome both the prejudice that it is the only act of last will, and that which would link its essence to its attributive-patrimonial content. Even through a historical analysis, it is affirmed that the will is an act by which the subject can give all his postmortem interests, in the conviction that the distinction between typical and atypical testament arrangements and that between typical and atypical content of the testaments have a merely descriptive value and do not serve either to define the concept of will, nor to identify the provisions to be submitted to merit check, or to identify the applicable discipline. Therefore, a plurality of acts of last will, different from the will, is affirmed, which requires the interpreter to verify the potentialities and to trace the profiles of discipline. The category of the act of last will, of which the will is only a species, makes it possible to extend the inheritance prerogatives of the person, being suitable to regulate all those post-mortem interests that are not resolved in the disposition of the delation. Hence by opening the idea that acts of ultimate regulatory will of existential interests can be validly carried out also by the minor. The result of the investigation is confirmed by the analysis of certain regulatory provisions of post mortem interests of the person and, in particular, those concerning the events of obligatory relationships and those regulating the digital heritage. This investigation, in addition to restoring an interesting verification of the relationship between wills and bonds, proves the impossibility of reducing all the provisions within the confines of the deeds of the deed (institution of heir and legate) and, therefore, the extraordinary potential of act of last will different from the will.

Il lavoro propone una rilettura del testamento, al fine di superare sia il pregiudizio che esso sia l’unico atto di ultima volontà, sia quello che vorrebbe legarne l’essenza al suo contenuto attributivo-patrimoniale. Anche attraverso un’analisi storica, si afferma che il testamento è un atto con il quale il soggetto può dare assetto a tutti i proprî interessi post mortem, nel convincimento che la distinzione tra disposizioni testamentarie tipiche e atipiche e quella tra contenuto tipico e atipico del testamento hanno una valenza meramente descrittiva e non servono né per definire il concetto di testamento, né per individuare le disposizioni da sottoporre a controllo di meritevolezza, né per identificare la disciplina applicabile. Si afferma, quindi, l’esistenza una pluralità di atti di ultima volontà diversi dal testamento, la quale impone all’interprete di verificarne le potenzialità e tracciare i profili di disciplina. La categoria dell’atto di ultima volontà, di cui il testamento è soltanto una specie, consente di ampliare le prerogative successorie della persona, essendo idonea a regolare tutti quegli interessi post mortem che non si risolvano nella disposizione della delazione. Di qui aprendo l’idea che atti di ultima volontà regolativi di interessi esistenziali possano essere validamente compiuti anche dal minore. Il risultato dell’indagine viene confermato dall’analisi di talune disposizioni regolative di interessi post mortem della persona e, in specie, quelle inerenti alle vicende di rapporti obbligatorî e quelle regolative del patrimonio digitale. Tale indagine, oltre a restituire un’interessante verifica delle relazioni tra testamento e obbligazioni, prova l’impossibilità di ridurre tutte le disposizioni entro i confini degli atti dispositivi della delazione (istituzione di erede e legato) e, dunque, le straordinarie potenzialità dell’atto di ultima volontà diverso dal testamento.

Contenuto del testamento e atti di ultima volontà / Barba, Vincenzo. - STAMPA. - (2018), pp. 1-297.

Contenuto del testamento e atti di ultima volontà

Barba Vincenzo
2018

Abstract

The work proposes a re-reading of the will, in order to overcome both the prejudice that it is the only act of last will, and that which would link its essence to its attributive-patrimonial content. Even through a historical analysis, it is affirmed that the will is an act by which the subject can give all his postmortem interests, in the conviction that the distinction between typical and atypical testament arrangements and that between typical and atypical content of the testaments have a merely descriptive value and do not serve either to define the concept of will, nor to identify the provisions to be submitted to merit check, or to identify the applicable discipline. Therefore, a plurality of acts of last will, different from the will, is affirmed, which requires the interpreter to verify the potentialities and to trace the profiles of discipline. The category of the act of last will, of which the will is only a species, makes it possible to extend the inheritance prerogatives of the person, being suitable to regulate all those post-mortem interests that are not resolved in the disposition of the delation. Hence by opening the idea that acts of ultimate regulatory will of existential interests can be validly carried out also by the minor. The result of the investigation is confirmed by the analysis of certain regulatory provisions of post mortem interests of the person and, in particular, those concerning the events of obligatory relationships and those regulating the digital heritage. This investigation, in addition to restoring an interesting verification of the relationship between wills and bonds, proves the impossibility of reducing all the provisions within the confines of the deeds of the deed (institution of heir and legate) and, therefore, the extraordinary potential of act of last will different from the will.
2018
978-88-495-3517-4
Il lavoro propone una rilettura del testamento, al fine di superare sia il pregiudizio che esso sia l’unico atto di ultima volontà, sia quello che vorrebbe legarne l’essenza al suo contenuto attributivo-patrimoniale. Anche attraverso un’analisi storica, si afferma che il testamento è un atto con il quale il soggetto può dare assetto a tutti i proprî interessi post mortem, nel convincimento che la distinzione tra disposizioni testamentarie tipiche e atipiche e quella tra contenuto tipico e atipico del testamento hanno una valenza meramente descrittiva e non servono né per definire il concetto di testamento, né per individuare le disposizioni da sottoporre a controllo di meritevolezza, né per identificare la disciplina applicabile. Si afferma, quindi, l’esistenza una pluralità di atti di ultima volontà diversi dal testamento, la quale impone all’interprete di verificarne le potenzialità e tracciare i profili di disciplina. La categoria dell’atto di ultima volontà, di cui il testamento è soltanto una specie, consente di ampliare le prerogative successorie della persona, essendo idonea a regolare tutti quegli interessi post mortem che non si risolvano nella disposizione della delazione. Di qui aprendo l’idea che atti di ultima volontà regolativi di interessi esistenziali possano essere validamente compiuti anche dal minore. Il risultato dell’indagine viene confermato dall’analisi di talune disposizioni regolative di interessi post mortem della persona e, in specie, quelle inerenti alle vicende di rapporti obbligatorî e quelle regolative del patrimonio digitale. Tale indagine, oltre a restituire un’interessante verifica delle relazioni tra testamento e obbligazioni, prova l’impossibilità di ridurre tutte le disposizioni entro i confini degli atti dispositivi della delazione (istituzione di erede e legato) e, dunque, le straordinarie potenzialità dell’atto di ultima volontà diverso dal testamento.
testamento, disposizione testamentaria, tipico, atipico, interpretazione, contenuto, atto di ultima volontà, delazione
03 Monografia::03a Saggio, Trattato Scientifico
Contenuto del testamento e atti di ultima volontà / Barba, Vincenzo. - STAMPA. - (2018), pp. 1-297.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/1111676
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